Archivi del mese: gennaio 2017

I piedi di chi porta da sempre scarpe sono poveri, come pure la sua motricità e postura. Non è mai troppo tardi per diventare ricchi.

 

Nel corso dei secoli l’essere umano ha sempre dovuto adattarsi all’ambiente circostante per sopravvivere.

Alcuni di questi adattamenti hanno stimolato miglioramenti, altri dei peggioramenti. E’ il caso dei nostri piedi che hanno dovuto adattarsi a stare rinchiusi dentro scarpe lisce ma scomode, e a calpestare superfici senza asperità. Questo necessario adattamento alle comodità della civiltà moderna, ha reso più povera non solo la nostra percezione sensoriale ma anche il nostro cialis portamento. Una cattiva abitudine che in molti casi

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ha contribuito a favorire sintomatologie dolorose derivanti da una innaturale deambulazione e postura.

Nel tentativo di porre rimedio, molto spesso si è finito con il peggiorare le cose. La maggior parte degli aiuti tecnologici in questo campo, solette e plantari, scarpe pronanti o spinanti, non importa in che materiale o in che forma confezionati, hanno tutti un comune denominatore devastante: proteggere i nostri piedi.
Non si è capito che i nostri piedi non vogliono essere protetti, ma allenati a proteggersi da soli. Se a vostro figlio che non sa nuotare mettete un salvagente, e non fate altro, scordatevi che possa diventare bravo come un pesce. Prima o poi qualcuno dovrà insegnargli i rudimenti del nuoto. Per i nostri piedi il discorso non è molto diverso. Fin da piccoli li proteggiamo e ci dimentichiamo di allenarli. Così facendo proibiamo ai nostri appoggi di incontrare quelle sensazioni che sono promotrici della corretta crescita e forma dei nostri piedi. La camminata e la corsa che ne deriva non è naturale.

Abebe Bikila vince la maratona all' Olimpiade di Roma 1960 correndo a piedi nudi (fonte wikipedia.com)

Oggi, per crescere dei buoni piedi, bisogna cominciare molto presto. Non bisogna perdere nessuna occasione per far sentire ai nostri piedi il caldo e il freddo e soprattutto non bisogna temere che i piedi si sciupino camminando su superfici aspre. Per voi maratoneti, l’immagine e il ricordo del grande Abebe Bikila, è un buon esempio di questa ricchezza. Certo se non avete cominciato a correre scalzi fin da piccoli come ha fatto lui, scordatevi di poter correre una maratona, ma la ricchezza sensoriale fatta dai suoi piedi, ha reso possibile i suoi successi. L’esperienza fatta a piedi nudi è stata promotrice della sua forza ed eleganza nella corsa, leggera e allo stesso tempo potente. Una rullata al suolo perfetta che lo avrebbe distrutto dai piedi alla testa se fosse stato diversamente. Il piede nudo, che sente il terreno direttamente, diventa il coordinatore perfetto di tutte le sinergie motorie. Un eccellente direttore d’orchestra per quella melodia cinetica che è garanzia di un corretto utilizzo di tutto l’apparato locomotore.

Ecco, voi dovreste esercitare la vostra efficacia allo stesso modo, cominciando con il camminare e poi con il corricchiare a piedi scalzi. Sono le sensazioni di contatto diretto con pressioni diverse nelle diverse parti del piede, combinate a movimenti di rullata e di torsione nelle più svariate combinazioni, che danno ricchezza ai nostri movimenti, rendendoci unici e inconfondibili nel nostro portamento, nella nostra postura ed in definitiva nella nostra motricità.

Solette Prima. Per camminare a "piedi nudi" con le Vostre scarpe.

Dal libro di Norman Doidge, Il cervello infinito, a pagina 104, ecco una conferma dell’importanza dello stimolo sensoriale in arrivo dai nostri piedi; “… il lavoro si sta concentrando sul «controllo motorio grossolano», una funzione che si deteriora con l’invecchiamento, provocando perdita d’equilibrio, tendenza a cadere, difficoltà di movimento. A parte l’indebolimento dell’apparato vestibolare, questo declino è causato dalla diminuzione del feedback sensoriale proveniente dai piedi. Secondo Merzenich, l’aver indossato le scarpe per decenni limita il feedback sensoriale dai piedi verso il cervello. Se camminassimo a piedi scalzi, il nostro cervello riceverebbe una grande varietà di input, come se camminassimo su una superficie irregolare. Le scarpe sono una piattaforma relativamente piana che disperde gli stimoli, e le superfici su cui camminiamo sono sempre più artificiali e perfettamente lisce. Ciò porta a « de-differenziare » le mappe cerebrali a cui afferiscono le piante dei piedi, limitando così la guida che il tatto fornisce al controllo dell’equilibrio. Quindi iniziamo a usare bastoni, stampelle, deambulatori, oppure ci affidiamo agli altri sensi per mantenere l’equilibrio. Ricorrendo a queste compensazioni anziché esercitare i sistemi cerebrali compromessi, non facciamo che accelerarne il declino.”

 

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Influenza? Vi salvate così

Sappiamo tutti che cos’è l’influenza e come prevenirla: dobbiamo coprirci bene e non prendere colpi d’aria. Quello che forse non sappiamo è il ruolo importante giocato dal corretto rapporto tra umidità e temperatura.
La prima barriera contro agenti aerei spray esterni, virus, batteri e

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impurità è allestita nel nostro organismo nella gola e nel naso. In queste aree e in poco spazio è predisposto un complesso sistema di purificazione, riscaldamento e umidificazione dell’aria che respiriamo, per adeguarla alle nostre esigenze vitali, con il minore stress possibile.

NASO E BOCCA
Naso e bocca si dividono questo difficile compito di condizionamento dell’aria che respiriamo. Nei pochi istanti che l’aria trascorre tra i turbinati del naso e nel cavo orale, essa viene filtrata, umidificata e analizzata da particolari recettori nervosi, con il

compito di sentinella, contenuti nel tessuto mucoso che riveste la cavità orale e il naso in particolare.
L’importante è che nell’intervallo tra un atto respiratorio e l’altro (5 secondi circa in condizioni normali) l’aria subisca un condizionamento tale da non risultare nociva.

Già nella trachea e in condizioni ideali l’aria che respiriamo raggiunge un’umidità intorno all’80% e un innalzamento della temperatura vicino a quella corporea.
Qualsiasi condizione di umidità e di temperatura diverse costa un enorme stress al nostro organismo.
Quando le caratteristiche dell’aria che respiriamo sono ben lontane dalla normalità, la mucosa che ricopre il cavo orale perde la sua efficacia filtrante e monitorante e quindi un adulto a riposo, a ogni atto respiratorio, ingerisce mezzo litro di aria non purificata. Gli agenti patogeni, sempre presenti nell’aria in grande numero, oltre a particelle di pulviscolo, superano le barriere difensive e invadono copiose il nostro organismo. Ci sono serie probabilità di ammalarci se siamo individui con un sistema immunitario debole.

IL RISCALDAMENTO
Un particolare meccanismo deve essere portato alla nostra attenzione per meglio capire come ci mettiamo nelle condizioni di soccombere alle malattie virali e quindi all’influenza.
Con i primi freddi noi accendiamo il riscaldamento: quando all’esterno la temperatura scende intorno allo zero, noi in casa abbiamo sempre una temperatura superiore, che fisseremo per comodità a 20°C.
La saturazione dell’aria è regolata da leggi fisiche. Essa è maggiore con l’aumento della temperatura e l’abbassa mento della pressione atmosferica. Durante l’inverno, se la temperatura è bassa e non piove, le molecole d’aria, al pari di una mongolfiera, potranno trasportare carichi di umidità relativa del 50-70%. Molecole d’aria, a 5°C e con una percentuale di umidità relativa del 50-70% sono ideali.
Proviamo a vedere che cosa succede alla nostra particella d’aria quando entra nei nostri appartamenti riscaldati.
Passando da +5°C a +20°C, la molecola d’aria subisce una forte dilatazione (il pallone della mongolfiera si gonfia), ma, non trovando fonti umide disponibili, questo riscaldamento determina un brutale abbassamento del tasso di umidità.

UMIDITA’
In teoria, se prima l’umidità era del 50%, ora può scendere a valori ben sotto il 20. L’aria è più calda, ma poco umida. Poca umidità inaridisce le sentinelle delle vie respiratorie e le rende inefficaci contro batteri e virus.
Le probabilità che, a ogni atto respiratorio, maggiori quantità di agenti nocivi possano raggiungere indisturbati il nostro organismo, crescono a dismisura. Ora possiamo ammalarci. Il primo meccanismo di difesa che l’organismo predisporrà, ma ormai a malattia in corso, sarà quello di farci gocciolare il naso, riumidificando il cavo orale e facendoci starnutire per liberarci dagli ormai troppo numerosi aggressori.

COME PREVENIRE
E’ importante misurare con un igrometro (apparecchio disponibile anche a costi modici) il tasso di umidità dell’aria che respiriamo. Non basta misurare la temperatura.
Valori di umidità sotto il 50% sono a rischio. Bisogna allora predisporre l’umidificazione degli ambienti in cui soggiorniamo. L’efficacia dei contenitori d’acqua appesi al calorifero è ben poca cosa, perchè la superficie evaporante è irrisoria. Le camere da letto, nelle quali pernottiamo per molte ore senza ricambio d’aria, dovrebbero essere poco riscaldate. Esistono in commercio umidificatori che possono fare al caso nostro.

QUANDO USCITE DALLA PISCINA FERMATEVI 3 MINUTI NELL’ATRIO
Un altro grosso problema è rappresentato dal microclima che noi creiamo per vivere al caldo, quando la stagione è fredda.
Bisogna limitare al massimo le differenze di temperatura superiori ai 20°C e povere di umidità, non possiamo di colpo respirare aria con superiori allo zero gradi: dobbiamo dare qualche minuto di tempo all’organismo per riorganizzarsi.

Prima di uscire da una piscina, dove avete portato i vostri figli per le lezioni di nuoto, restate qualche minuto in un locale a temperatura e umidità intermedie.
Nessun passaggio repentino, da microclima estivo a uno invernale e viceversa, è salutare, specie se compiuto molte volte al giorno. La capacità di adattamento a situazioni difficili e le risposte a sollecitazioni stressanti saranno comunque migliori in quelle persone che, per condizione genetica, stile di vita,età, possono avere qualche vantaggio,ma il principio che esponiamo vale per tutti.

In particolare vi sarà possibile prevedere con anticipo quali saranno i periodi più a rischio. Come? Nelle giornate con forte vento di tramontana, la temperatura si abbasserà di molto. Già all’aperto, quindi, la nostra particella d’aria sarà povera del suo carico di umidità.
Quando poi entrerà in casa e verrà riscaldata a 20°C, l’umidità risultante sarà bassa, troppo bassa per essere fisiologicamente respirabile.

IL SEGRETO? UMIDITÀ 50-70%
Quando ancora le case non avevano i termosifoni, durante l’inverno, l’unico locale riscaldato era la cucina. Immancabile una stufa, con un un serbatoio di acqua calda sempre a temperatura di ebollizione, che manteneva un corretto rapporto tra temperatura e umidità. Ora, nei locali riscaldati da termosifoni o pannelli radianti, il tasso di umidità che si raggiunge è spesso insufficiente a garantire una corretta funzione del nostro apparato respiratorio.
Riassumendo: attenti al giusto grado di umidità, che deve risultare non inferiore al 50% e non superiore al 70%, se vogliamo riprodurre condizioni vivibili e scongiurare il nemico numero uno di questi giorni: l’influenza.

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Nordic Walking

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